Il racconto della Urge Cabo Verde di Marco Nicoletti: «Un umano contro i campioni»
Come è già successo prima della sua partenza, pubblico nella versione non tagliata l’articolo uscito sulle pagine locali del quotidiano La Stampa martedì 8 marzo sull’esperienza di Marco Nicoletti alla Urge Cabo Verde. Marco ha corso su una Niner WFO 9 2011, mountain bike con ruote da 29 pollici, e ha chiuso al decimo posto in mezzo ad una selva di campioni.
Giù dalla cima di un vulcano con la bicicletta, una settimana a pedalare con i più forti biker del mondo, gareggiando spalla a spalla con i campioni più amati, «dei quali fino a ieri avevo il poster in camera». Ma quello che rimane, è la solidarietà: «Ricorderò sempre i bambini capoverdiani che ci hanno accolto come superstar… ma io non sono nessuno». Marco Nicoletti, meccanico e ciclista di Arvier, è rientrato da pochi giorni dalle isole africane dell’Atlantico, dove ha partecipato alla Urge Cabo Verde, gara a inviti di mountain bike downhill.
Sette giorni a spingere o portare la bici a spalle in salita e poi a buttarsi giù su rocce e sabbie vulcaniche, in mezzo a foreste tropicali e alla giungla: «Posti in cui difficilmente tornerò – dice -, mai con atleti di questo calibro. Supercampioni internazionali, persone che hanno vinto dieci titoli mondiali di downhill, come Nicolas Vouilloz, o che sono professionisti plurititolati, come Fabien Barel e Tracy Moseley, o atleti eccezionali come René Wildhaber e Mark Weir. Quando li conosci, capisci che sono persone come noi, che vogliono divertirsi e impegnarsi, ti senti subito a tuo agio. Non avrei mai pensato di poter gareggiare contro di loro: un’esperienza incredibile».
Per raccogliere fondi per aree disagiate Urge, azienda francese di componenti per il ciclismo, ha organizzato questa gara prima in Kenya, poi in Nepal. Quest’anno è toccato a Capo Verde: «È il primo anno in cui c’è la partecipazione diretta dei piloti ai progetti umanitari. Gli anni scorsi, i piloti non vedevano dove sarebbero andati i soldi. Quest’anno, abbiamo potuto parlare con ragazzi e insegnanti delle scuole in cui arriveranno i fondi raccolti, e ci siamo resi conto di non essere lì solo per pedalare». Su eBay, il sito internazionale di aste sul web, biciclette, componenti, maglie e gadget raccolti dagli atleti e dai loro sponsor saranno in vendita fino a settembre. Fino a oggi, sono stati raccolti 25 mila euro: «L’obiettivo è arrivare a 30 mila, secondo me si sfioreranno i 50».
Il lato sportivo? «Fino a ieri, atleti di questo calibro li ho visti solo nei video. Lì, invece, sei con loro, e lotti per non finire per terra su una discesa al 40 per cento su sabbia e ghiaia, mentre loro scendono rilassati, pedalando come se fossero sull’asfalto e toccando i 90 all’ora». Le prime due giornate di gara prevedevano la discesa dal vulcano dell’isola di Fogo e una discesa tecnica sull’isola di Santo Antao, «dove c’era nebbia, strapiombi enormi. Pensavo a portare a casa la pelle, più che a mollare i freni». Nelle ultime due giornate di gara, «il mio rendimento è cambiato dal giorno alla notte: i tracciati erano più simili ai nostri percorsi alpini, tecnici e difficili ma mai estremi. Niente pendenze mortali, niente fondo sabbioso. E mi sono tolto belle soddisfazioni, lasciandomi dietro qualcuno dei “mostri”. Anche se Hans Rey è un po’ sovrappeso, è sempre un onore arrivargli davanti».
Ora Nicoletti tornerà al suo grande amore, le 24 ore. «Voglio fare poche gare, ma tutte diverse. Mi preparerò per la 24 ore di Finale Ligure (dove l’anno scorso è arrivato quinto assoluto con la sua 29 pollici singlespeed, ndr), perché mi piace troppo. Farò qualche sei ore, la Maxi Avalanche di Cervinia, qualche gara di enduro, per mischiare un po’ le carte in tavola. Il mio sogno è fare la 24 ore Moab, nello Utah (Usa), ma servono sponsor».
«Se Urge organizzerà ancora qualche evento simile, ho buone speranze di essere richiamato per le prossime edizioni – conclude Nicoletti – perché non cercano grandi atleti, ma polivalenza e disponibilità. Non sono un mostro in discesa, ma quando ho invitato gli altri a fare una 24 ore con me… la risposta è stata “neanche morto”».
Link
Il sito della Urge Cabo Verde.
Il blog di Marco Nicoletti.
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