«La Nuova Zelanda mi ha insegnato come affrontare le gare con grinta»: Edo Franco ha raccontato il suo viaggio
«Ma Edo non si monterà la testa?», ci eravamo chiesti prima di organizzare la presentazione del suo viaggio neozelandese. «Ma va, figurati. E’ un ragazzo serio e un po’ di visibilità se la merita».
Così l’incontro, dedicato alla stampa, è diventato una vera e propria festa per Edoardo Franco, grazie ai tanti curiosi e appassionati intervenuti. «Non so bene da dove cominciare – ha raccontato un Edo piuttosto agitato per la presenza di telecamere e flash – perché me ne sono successe di tutti i colori». Scorrendo rapidamente le tappe della sua avventura, per le strade dell’isola del sud e poi di quella del nord e ritorno, tra Dunedin, Christchurch, Wellington, Levin e Rotorua, Edo si è concentrato sull’aspetto agonistico: «Stando a contatto con i più forti atleti neozelandesi, come Sam Blenkinsop, Justin Leov, Nathan Rankin e Wyn Masters, ho imparato i loro segreti, e cercherò di applicarli durante la stagione italiana e europea. Bisogna arrivare al cancelletto di partenza senza pensieri, e dare il massimo fino all’ultima pedalata».
Proprio la tensione ha giocato a Edo, in passato, brutti scherzi. Ma ora non ha più scuse: «Edo è tra i giovani più promettenti in Italia – ha spiegato Antonio Silva, direttore tecnico della Nazionale (nel settore abilità, che raggruppa downhill, four-cross e trial) che ha lavorato con Edo anche dall’altra parte del mondo, sentendolo due o tre volte a settimana via Skype, per affinare la preparazione e aggiornare le tabelle di allenamento - soprattutto per la maturità acquisita a livello internazionale, e questo viaggio, con tutte le gare di altissimo livello che ha corso, dovrà dargli una marcia in più». Una maturità che gli servirà per affrontare la stagione nel nuovo team Kenda – Playbiker, in sella alla sua Lapierre, puntando a frequentare con regolarità la coppa del mondo e disputando inoltre la iXS European Cup – quasi al completo – e il campionato italiano dell’Abetone.
«La Nuova Zelanda è radicalmente diversa dall’Europa – ha continuato Edo – perché la popolazione è più libera e aperta, i ritmi di vita e le abitudini sono diversi. Senza dire che il paesaggio è straordinario. Anche dal lato sportivo, le gare di downhill hanno un livello altissimo grazie all’approccio “free” che i ragazzi di laggiù hanno, alla loro guida aggressiva e piena di “jolly”, alle piste molto più impegnative delle nostre, all’organizzazione che, anche con un ristretto numero di ragazzi che seguono ogni tappa, è spesso più efficiente della nostra». Silva ha rilanciato: «Faccio i complimenti a Edo per la volontà di intraprendere un’avventura così particolare, che sicuramente lo cambierà. Spero che tre mesi ad altissimo livello lo aiutino ancora a crescere, sotto l’aspetto mentale e fisico».
Romano Favoino, team manager di Edo, annuncia: «Il nostro team farà base per il terzo anno consecutivo a Pila, località che ha tracciati di alto livello. Le riviste internazionali di settore la inseriscono costantemente tra le dieci migliori località al mondo per il downhill e il freeride. Per Edo sarà un’occasione in più, vivendo a pochi chilometri da qui, per crescere ulteriormente, ospitando tanti neozelandesi che affronteranno la stagione europea».
All’incontro è intervenuto anche Lorenzo Suding, campione italiano in carica grazie al titolo conquistato a Collio, che ha approfittato per annunciare per venerdì 2 aprile la presentazione ufficiale del suo nuovo team Black Arrows – MTB Hérin School: «Ho vissuto in Cina, in Africa, in Germania e in Svizzera - spiega Lorenzo – ma poi ho scelto Pila perché è ideale per allenarsi, sia d’inverno, visto che amo la neve, sia d’estate, con chilometri di percorsi per tutti i livelli e tutte le specialità. Ad Aosta vive gente fantastica, e credo proprio che resterò qui a lungo, visto che ho trovato un team affiatato che crede in me e che mi fornisce gli stimoli giusti».
Ora, per Edo, Lorenzo e gli altri, non resta che pedalare.
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