Daniele Cosseta correrà con i Black Arrows: rapido recupero dall’infortunio
Daniele Cosseta correrà nella stagione 2010 con i Black Arrows, il team di Corrado Hérin che comprende un gran numero di ragazzi e giovani, in gran parte valdostani, e che sta facendo un gran lavoro per la diffusione del downhill e del freeride. “Galimba“, come è conosciuto nell’ambiente, lascia dopo due stagioni il team Ready2Ride di Andrea Bruno: «Molti hanno bocciato o criticato la mia scelta – racconta Cosseta – ma ho deciso di seguire un’altra strada per il semplice fatto che mi ero un po’ stufato del vecchio team e avevo perso motivazioni. Con Andrea la pensiamo in due modi diversi, lui è sempre in modalità “race”, io voglio divertirmi. Il team mi ha sempre aiutato, e Andrea mi ha insegnato tanto. Sono state senza dubbio due stagioni molto positive, e devo ringraziare tutti».
Reduce da un brutto infortunio, patito a Roma durante il Nissan Crossover Challenge a piazza del Popolo, Cosseta sta recuperando rapidamente, anche se dovrà essere operato a febbraio: «Voglio riprendermi al più presto, al cento per cento. Poi, perché no, puntare già all’italiano di four-cross a Rossana, a maggio».
L’infortunio è stato una brutta tegola: «Provando l’ultima partenza prima delle qualifiche, sono arrivato al primo doppio con una marcia troppo agile, ho dovuto pedalare fino all’ultimo e di conseguenza mi sono sbilanciato, uscendo dal doppio storto. Ho mollato subito la bici, ma ormai era tardi: sono atterrato a gamba tesa e ho fatto perno sul ginocchio girandolo al contrario! Conclusione: rotula a pezzi, rottura del crociato, del collaterale e del piatto tibiale… Non male». L’esperienza al Crossover Challenge è stata comunque molto positiva: «Nonostante l’infortunio, è stato un week end eccezionale, dovrebbero esserci più gare come questa, per avvicinare la gente al nostro sport».
«Dopo un mese e mezzo di stampelle, ho cominciato a camminare e ho recuperato alla grande». Daniele, tre settimane dopo l’infortunio, girava in stampelle ma usciva già in bici su strada, faceva nuoto e andava in palestra, per cercare di aumentare la massa muscolare della gamba infortunata e accelerare così i tempi di recupero. «Il 18 gennaio ho avuto la visita, e mi hanno fissato l’intervento il 18 febbraio, ad Ivrea». Dopo l’operazione, in due mesi potrebbe rientrare alle gare: «Ho voglia di bici più di prima, dato che l’infortunio ha fatto saltare la partenza per la Nuova Zelanda. Con Antonio Silva ho fatto una tabella di allenamenti per il pieno recupero».
L’esperienza nel nuovo team è una scommessa: «I Black Arrows sono un team nato tra amici, per divertirsi e stare insieme. Quando è nato, si rideva e si scherzava, “faremo un team di coppa del mondo esaremo fortissimi!”. Adesso siamo qui e cerchiamo soldi per correre in coppa per davvero. Ahahah! Quindi, se siete interessati, fatemelo sapere, che di soldi c’è sempre bisogno».
Terzo a Rossana allo scorso campionato italiano di 4X, Galimba correrà, se possibile, qualche four-cross in coppa del mondo: «L’appuntamento più importante della stagione, il cui solo pensiero mi agita un po’, è quello di Pila per la iXS Cup. Quando ci penso mi viene voglia di dimostrare quello che riesco a fare, per me è la pista di casa, conosco ogni sasso, ogni passaggio e voglio dimostrarlo con un bel risultato, dato che al campionato italiano 2008 non sono riuscito a farlo a causa di una foratura a pochi metri dalla partenza. Ricordo ancora che quando sono arrivato in partenza volevo solo vincere, e potevo farcela perché durante la prima manche avevo fatto qualche errore ed ero terzo, a pochi centesimi dal secondo e a un secondo dal primo».
Cosseta non ha ancora uno sponsor tecnico per la bici, anche se ci sono manovre in corso. Sarà appoggiato per l’abbigliamento tecnico da Iuter. «Saluto il buon vecchio Ciccio, Bubba, Suding, Diego, il mio autista di fiducia Nazi, Rudy, il mitico Gauna, il fotografo più emo al mondo Piotta, tutti quelli di Iuter, la foca, tutti quelli dello Sweet (Gio, Ringhio, Andre, Flipperman, Antosnella) e infine il mio pinguino, che è unico!»
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