Edoardo Franco è in partenza per la Nuova Zelanda: MTBnews.it presenta il “NZ trip diary”
La nuova Lapierre DH-920 è tirata a lucido. I bagagli sono pronti ed Edo Franco è già in Nuova Zelanda con la testa: «Volo da Milano lunedì 28 alle 21.00. Dubai. Sidney. Auckland. Wellington. Oltre 18 ore e mezza di viaggio, e poi l’estate». Nella sua casa di Saint-Christophe, alle porte di Aosta, il campione italiano junior 2008 di downhill ha pianificato per mesi il suo viaggio australe per la stagione “invernale” della discesa. E l’esperienza è ormai alle porte.
Edoardo la racconterà ai lettori attraverso le pagine di MTBnews.it, con un “NZ trip diary” che non sarà centrato soltanto sul lato agonistico, ma sulla vita in Nuova Zelanda, sui viaggi e sulle esperienze dei due mesi in giro per le due isole.
Fai un bilancio della stagione 2009: eri impegnato con la maturità ed eri al fatidico passaggio di categoria, e quindi le aspettative per te erano minori. Sei soddisfatto di come è andata?
Ci avevo già messo una mezza pietra sopra ad inizio stagione, ho fatto una pausa di quasi due mesi in cui non mi sono praticamente mai allenato, se non la sera tardi. Dopo ho ripreso a pieno ritmo, però non è andata benissimo. Non ci avevo rinunciato in partenza, ma avevo messo in conto di fare molto meno del 2008.
Quale pensi possa essere il tuo livello?
Non lo so dire così su due piedi, credo però di poter migliorare molto rispetto al 2008, che per ora è la mia stagione di riferimento.
Quest’anno si è sentita l’assenza di Alan Beggin?
A livello personale la sento molto. A livello agonistico, Lorenzo Suding sta prendendo il suo posto nella leadership tra gli italiani, ha fatto una stagione non da poco, è riuscito ad entrare sempre nei top-40 in coppa del mondo. E’ già il secondo o il terzo anno in cui molti stranieri corrono in Italia, e tutto questo ha dato una grande sveglia a tutto il movimento, il livello si sta alzando parecchio anche in Italia. Andrea Gamenara ha fatto un salto di qualità eccezionale, come si è visto a Schladming.
Cosa pensi che sia mancato agli altri italiani?
Forse la mentalità. Lorenzo si diverte un sacco quando va in bici, e più va forte, più si diverte. Molte volte rischia molto, si gasa, come dice lui. Ma la sua mentalità è vincente, è fondamentale per cambiare il passo. Marco Bugnone si è infortunato, ma è andato comunque forte. Marco Milivinti invece ha dovuto correre praticamente da solo, e si è trovato veramente male, abbandonato a sé stesso: ha tante capacità, e lo ha dimostrato, ci mette un impegno enorme e con un grande team alle spalle potrà tornare ai suoi livelli.
Parti per la Nuova Zelanda tra pochi giorni. Qual è il tuo programma?
Farò le prime tre settimane nell’isola del sud, spostandomi con un furgone che mi presterà un amico di Nathan Rankin, poi starò un po’ a casa di Nathan e di Jenna Makgill, la ragazza che ha fatto una stagione nel team Fusion che aveva base a Pila. Il circuito di gare è unico, ma ci sono due parti, prima a sud e poi a nord, con due classifiche parziali differenti.
Cosa ti aspetti da questa trasferta?
Spero di cambiare passo. Girare con gente più forte di te penso serva sempre, e ti apre nuove prospettive. A livello di risultati non so, il livello è molto alto anche in Nuova Zelanda e non so cosa posso portare a casa, se non tanta esperienza, che servirà al rientro in Italia. Gli anni scorsi non giravo praticamente mai in bici fino a marzo, perché qui c’è neve o fa freddo: l’altro giorno sono uscito, non era ancora nevicato, ma il terreno era duro e ghiacciato, e sono scivolato rischiando di farmi male…
Cosa pensi di raccontare nel tuo “New Zealand trip diary“?
Mi piacerebbe far capire com’è l’ambiente laggiù, quali sono le differenze rispetto all’Europa. Spesso diciamo che gli stranieri vanno allo sbaraglio, fanno la vita da zingaro. Invece credo che siano tutti autonomi e molto meglio organizzati di noi. Io ho sempre cercato di organizzarmi da solo, di fare piccole riparazioni meccaniche e di curare tutti gli aspetti della preparazione di una gara. Ho la fortuna di avere una famiglia fantastica alle spalle, ma quando vedo qualche australiano o neozelandese che fanno la stagione europea vedo grande passione e organizzazione, non certo improvvisazione.
L’appuntamento è quindi nei prossimi giorni, per la prima puntata del diario neozelandese di Edoardo. Da parte di MTBnews.it, un in bocca al lupo e un grosso grazie per la disponibilità.
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