Edo Franco NZ trip diary #03: Sidney – Auckland – Wellington – New Plymouth!
New Plymouth [Nuova Zelanda], 30 dicembre 2009, ore 23.15 (11.15 ora italiana)
Eccomi di nuovo qui… Ci eravamo lasciati al gate 231 di Dubai… Da lì a Sidney diciamo che è stato il volo più pesante… Appena saliti sull’aereo (dopo tre quarti d’ora di attesa per l’imbarco) mi siedo e, neanche partiti, una tipa australiana molto particolare ha iniziato a stare male… le hostess l’hanno portata via ed è rispuntata dopo 13 ore quando eravamo ormai a Sidney. Non ho idea dove l’abbiano isolata… vabbeh.
A Sidney, che doveva essere solo una tappa-carburante, con un cambio di programma ci hanno fatto scendere dall’aereo e così ho girato un po’ per all’aeroporto. Con un’oretta di ritardo sono comunque ripartito con direzione Auckland. Sull’ultimo volo per Auckland ero vicino ad una famiglia (suppongo Maori) che tornava da Sidney per una super-reunion familiare. Da notare l’ospitalità: pur non conoscendomi, mi hanno lasciato subito i loro contatti e mi invitato a casa loro ad Auckland.
Arrivato a Auckland al terminal dei voli internazionali sono andato subito a prendere il cartone della bici, che tra l’altro mi hanno fatto aprire al controllo, ho camminato con i bagagli per dieci minuti e mi sono diretto al terminal dei voli nazionali. Lì ho rifatto il check-in (e tra l’altro mi hanno sgamato e mi han fatto pagare gli extra per il chilo in più che avevo guadagnato a Malpensa, infilando dalle maniglie tagliate nel cartone un paio di felpe, dopo avere pesato il bagaglio) e mi sono poi imbarco finalmente sull’ultimo volo: Auckland – Wellington.
Quest’ultimo è passato in fretta anche perché era solo di 45 minuti. Dall’aereo non si vedeva tanto perché era nuvolo, però ho riconosciuto dall’alto New Playmouth, la città di Wyn Masters, per la vicinanza ad un vulcano (il Mount Taranaki) di cui mi aveva parlato proprio Wyn.
A Wellington c’era un vento fortissimo e pioveva. Uscito dall’aeroporto mi vedo arrivare incontro Wyn, che si era ricordato di venire a prendermi dopo aver guidato per circa quattro ore. Thanks Wyn. Carichiamo la bici nella sua macchina (un Toyota comprato due anni fa per 600 $ neozelandesi, circa 300 €) dove c’era gia la sua bici, e partiamo con direzione New Playmouth.
Wellington non è certo quella che mi sarei aspettato: per essere capitale me la immaginavo tipo le nostre grandi città, invece pur non essendo piccola mantiene comunque quelle che sono le caratteristiche di una città immersa nella natura e non nel cemento. Più uscivamo da Wellington e più rimanevo a bocca aperta: mai visto un posto così bello! Tutto verdissimo, con i prati che pullulavano di pecore, alberi stranissimi con i tronchi piegati a causa del vento frequente.
Per strada non c’è quasi nessuno, sebbene Wyn mi abbia detto che quella è una delle strade più grosse di tutto il paese: per dare un’idea è grande più o meno come quelle che noi classifichiamo come strade statali. Qui non ci sono autostrade ed il limite è 50 chilometri all’ora nelle città e 100 nelle strade più grosse.
Ci fermiamo a fare benzina e Wyn scende scalzo… Andiamo a pagare e a prendere qualcosa da bere (energy drink naturalmente visto che c’erano 2 o 3 scaffali solo di energy drink di tutti i tipi, gusti e dimensioni) e mentre uscivamo stava entrando una signora anche lei scalza: da noi una cosa così sarebbe impensabile. Qui si fanno tutti molti meno problemi… o almeno questa è la prima impressione.
Dopo quattro ore di macchina in mezzo a questi posti da cartolina, arriviamo a casa di Wyn verso le 10 e mezza (le 10.30 del mattino, ora italiana, ndr), dove sua mamma ci aveva lasciato per cena cosce di pollo, patate, una specie di focaccia, una torta salata con non so bene cosa dentro e un’insalata.
Adesso sono collegato col wi-fi dalla camera di Eddie, il fratello di Wyn, e credo proprio che andrò a dormire. Domani si spala nel backyard di Wyn per preparare i dirt… il 30 gennaio c’è in programma il Masters Jump Jam e da quello che mi ha detto ci sarà un casino di gente.
Buonanotte, e a presto!
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