Lorenzo Suding racing diary #09: «Scozzia è fantastica!»
Fort William è uno degli appuntamenti più importanti dell’anno, non perché fa parte della coppa, ma per altre ragioni. C’è qualcosa di magico e strano di questa gara che la rende speciale. Niente è uguale alle altre… si comincia con la pista che è praticamente un’ autostrada costruita in cemento sulla swamp (prato molto morbido, dove sprofondi e non vai avanti) che ogni anno col peso della pista artificiale scende di un paio di centimetri.
Quando guardi sul mappa, Fort William è la città più a nord-ovest della Scozia. Arrivarci è una meraviglia perché ti fa capire l’anima scozzese. Delle vallate tutte verdi, i lochs anche grandissimi e le colline o montagne perfettamente arrotondate dai ghiacciai con l’erba alta. L’anno scorso sulla statale a solo mezzora da Fort Bill incontrammo un gruppo di cervi giganti che attraversavano la strada. Ero in machina con Nathan Rankin, Adam Brayton e guidava Mike Skinner e ci siamo cagati adosso nella nostra Fiesta.
Di strano c’è anche il tempo, che sembra che ti prenda in giro. Ogni volta che ti togli la felpa escono le nuvole e viceversa… Il viaggio è partito da casa di un buon amico, Max “Bubba” Ferro da Verrès, per Ivrea dove ho incontrato il nostro DS Massimo Mascherini che mi ha datto tutto il necessario per fare una trasferta senza preoccupazzioni. Ticket cash and reservations.. Wuay!
Da Ivrea fino a Bergamo e da Orio al Serio fino a Prestwick, l’aeroporto di Glasgow. Arrivati con Marco (Milivinti, ndr), Emanuele il nostro meccanico, e assieme a Nathan Rankin, Floriane Pugin e Shaun O’Connor del team Playbiker abbiamo subito affittato una mini-van e via… All’aeroporto ci è venuto incontro Tony Berg, il secondo più forte finlandese, e ci ha chiesto se avevamo spazio nella macchina perché se no prendeva il treno. Ci siamo guardati per un attimo e chiaramente abbiamo detto di sì. Come discesisti conosciamo benissimo la sua situazione.
Messo tutto in macchina, siamo partiti per il nord-ovest pieni come un uovo, ma allegri. Manu faceva da copilota e siamo arrivati alle 9 di sera che sembravano le 5. Si sente che siamo al nord. Abbiamo trovato un bed and breakfast molto economico e veramente fantastico. Mary, la signora che è già nonna, è un angelo caduto dal cielo. Le camere doppie con il letto grande con tutte le coperte e cuscini più morbidi con il bagno impeccabile la tele e pure il Wi-fi. La mattina dopo ci prepara la perfetta colazione scozzese, con salsiccia, uovo, pancake di patate e bacon. Di sera ci prepara il tè… non so cosa ho fatto per meritare questa fortuna, ma diciamo che so sfruttarla al massimo. Vi dico solo che adesso sono sdraiato sul letto dopo una doccia calda e l’afternoon tea, e vago su internet in una casa in campagna della Scozia! Assurdo ma vero.
Giovedì. Mi sono svegliato due volte. La prima nell’ora italiana, poi nell’ora giusta scozzese. Quanto è bello poter dormire un’intera ora in più! Scottish breakfast alle 9 e rimasti a chiacchierare in inglese con Manu, Marco e Tony fino alle 10.30, poi via a Fort Bill a fare la spesa. Nel supermercato abbiamo incontrati tanti rider… Strano che becchiamo sempre Nathan con la spesa – banane, insalata, panini, pasta, pasta, pasta.
Alle 14 iscrizione, dopo una piccola internet session e hop sull’ovovia (grazie a dio!) per scendere la pista a piedi. Non è cambiata dall’anno scorso. Solo 100 metri di bosco in contropedenza con l’elemento amato dai britanici e odiati dagli italiani, le radici. Un’autostrada di 3 metri di larghezza su roccia e cemento, per poi passare su radici nel bosco stretto poi su salti su terra compatta nel piatto e finalmente arrivare dopo 5 minuti di agonia con una media di penso 45 all’ora… non da tutti.
Di sera abbiamo montato le bici e mi sono accorto di aver dimenticato il mio manubrio, con attacco manubrio e manopole. Quindi sono tornato alla race area a scroccare qualcosa in giro. Alla fine la mia dimenticanza mi ha fatto guadagnare, perché Marc, il meccanico di “Sick Mick” Hannah, mi ha regalato un attacco manubrio Funn con i bulloni in Titanio!!! Wuay!!! Lo so, sono un bastardo, ma in questo sport a volte nascondi la tua umiltà o paghi 200 € per due pezzi di alluminio. Tornato a casa, montato la bici, fatto la pasta, tea time e sweat dreams.. Grazie Marc, anche se so che non leggi questo famosissimo diario!
Oggi è venerdì. Ci siamo svegliati alle 7 e siamo usciti alle 8. Arrivati alla race area abbiamo incontrato quel santo di Roberto Vernassa che ci lascia stare sotto il suo gazebo assieme ai suoi ragazzi dell’Argentina bike dopo essersi fatto un viaggio infernale di 2400km con il furgone per poter portare con se i gazebo e tutto l’ambaradam. Uno come lui non lo trovi facilmente! Grazie Robi (lui magari il diario lo legge, ndr)!
Manu ci controlla le bici, è tutto a posto. I primi due giri volevo farli nice and easy, ma Milivinti che seguivo ha deciso di voler giocare ad “acchiapa la lepre”: mi lanciava la sabbia addosso al mio nuovo casco appena rivernicciato da Meladai a Roma.. Entrava in curva senza frenare solo per derapare che mi sembrava che avesse dimenticato le sue lenti a contatto che la curve le vedeva davanti la ruota anteriore. Il nostro Barney e i suoi jolly infiniti…
Dopo il quinto giro sentivo gia la stanchezza. Quindi mi sono fermato per un’insalata, del cioccolato e una Rockstar (bibita tipo Monster Energy) e sono andato a guardare un video street di BMX per l’ispirazione. Alle 14 sono andato su per fare un giro cronometrato e ho bucato dietro. Ho continuato a scendere, poi ho anche stallonando e sono arrivato con la bici sotto le ascelle (guardate la foto di Pinkbike.com).
Cambio gomma e salgo di nuovo. Fino a quel punto non ho fatto un giro intero e sapevo anche il perché… tiravo giù il piede per correggere nelle curve e derapando perdevo tutta la velocità assieme all’energia regalando agli spettatori delle belle emozioni con dei jolly da spettacolo… Ero tutto intero, ma stanco morto e ho fatto un 5’13”. Primo Sam Hill con un 5’01”, io 14esimo, ma tanto le prove chrono ti danno solo possibiltà di calcolare il tuo potenziale in gara, conoscendo la gente che ha reso il tempo e le loro posizioni nelle gare precedenti.
Tutto è andato liscio oggi, a parte il tempo, che cambiava ogni due minuti. Siamo gasati per domani: dobbiamo aprire il gas senza compremessi, perché i local forti qui sono almeno in 40.
Note
Pubblicando l’articolo, abbiamo deciso di lasciare il titolo così come ce lo ha inviato Lorenzo.
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Le puntate precedenti del diario di Lorenzo: #00, #01, #02, #03, #04, #05, #06, #07, #08.
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