Lorenzo Suding racing diary #05: La Bresse, giorno di gara
Sunday. Gara. Ci siamo svegliati alle 8 in punto. Alle 9.30 ero ai furgoni, per la prima run di allenamento. Non so perché, ma la prima della giornata è sempre la più bella. Dopo ne ho fatto altre due cercando di spingere un pochetto, per vedere dov’è il mio limite. Alla terza run quel limite l’ho trovato… Fusani e Damiano erano occupati con la mia bici al termine di ogni run, mentre io mi riscaldavo sui rulli. E’ la prima volta che ricevo un trattamento da “top pro”. Mi sentivo un po’ strano, di solito sono stressato con la mia bici la domenica di coppa: i nostri meccanici sono stati proprio dei grandi! Milivinti è stato sul percorso tutta la mattina, facendo spionaggio. Mi raccontava quanto perdevo dai top rider in vari passaggi. Ma le mie linee erano ormai decise ed ero molto rilassato. Pure troppo.
Dopo un pranzo veloce e un salto nell’ufficio stampa – per guardare un po di 3Focus, per gasarmi – mi sono rimesso sui rulli, da bravo atleta. Alle 2.10 ho visto delle nuvole minacciose, e Fusinski mi ha messo una nuova wet scream sull’anteriore. E via, alle risalite. Arrivato su, pioveva già. Ci siamo nascosti sotto un cespuglio perche il gazebo in partenza era pieno zeppo di rider. Dopo 10 minuti sotto un po’ di doccia, ci siamo infilati nella race tent. Ancora rulli… la tensione si sentiva nell’aria, ma io ero super tranquillo. Magari troppo… Mi chiamano in partenza, e saluto Fusani: «Daje gas!», mi dice. Non rispondo, ma capisce che l’ho sentito. Davanti a me parte Mitch Delfs. Lui parte e mancano 30 secondi. L’adrenalina diventa insopportabile, voglio buttarmi. Guardo la terra bagnata dopo l’atterraggio della rampa di partenza, guardo la prima curva e sento gocce di pioggia sulle mani. Beep e via.
Le prime curve, andavo bene ma non a tutta. Non mi fidavo, pedalavo ma mi sentivo un po’ pesante. Poi nel primo passaggio tecnico ho preso una linea completamente diversa dal solito, dritta sulle rocce: ho fatto un bunny-hop e… cacchio, una meraviglia! La folla era incredibile! Gridavano tutti a stecca! In una curva stretta attorno un albero, che ho preso un po’ veloce, mi si è staccato il pedale e ho fatto un rodeo sulla roccia a destra, ma le urla della gente mi hanno riportato sulla mia linea. Fino al traguardo poi, ho dato tutto.
All’arrivo non ci credevo. C’era una folla che sembrava una foresta, ai bordi della pista. Sembravano i mondiali di
Fort Bill! Ho finito con 2’15”23. Nella zona di arrivo ancora sulla bici, cercando il fiato, giravo l’area riservata ai manager per trovare il mio ex manager Rommel per sapere come sono andato. Qualcuno mi chiama da dietro. Eccolo, e fa il segno di sì con la testa: sono andato bene.
I primi a partire avevano la pista asciutta, e al traguardo c’era Kyle Strait sull’hot seat con 2’13 e qualcosa. Ero 20esimo quando sono arrivato, e alla fine ho chiuso 38esimo. Sono contento, ma vorrei fare meglio. Come tutti!
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Le puntate precedenti del diario di Lorenzo: #00, #01, #02, #03, #04.
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