10 domande a… Tiziano Mammana
Tiziano Mammana, romano, è stato nel 2008 il meccanico del team internazionale Iron Horse – Playbiker e, assieme a Simon Cittati è stato la vera anima della squadra, vivendo fianco a fianco con gli atleti nella sede del ritiro di Pila, in Valle d’Aosta, e seguendo la squadra in tutte le trasferte di coppa del mondo. Meccanico della nazionale anche nel mondiale di Commezzadura e nell’europeo di Caspoggio, Mammana ha deciso per il 2009 di tornare alle origini, seguendo il circuito italiano con il negozio della capitale Bike-Store, e fornendo supporto ad agonisti e amatori. Nelle consuete “10 domande a…“, ormai agli sgoccioli negli ultimi giorni prima dell’avvio della stagione agonistica, Tiziano lascia trasparire la passione che lo ha portato ai massimi livelli.
1. L’evento più bello della stagione
Beh, indubbiamente il mondiale in Val di Sole, perché sono stati il fulcro del downhill internazionale per la stagione 2008, dove si vede davvero chi è il più forte, perché si respira un atmosfera particolare, di tensione e divertimento. Senza dimenticare che eravamo nella nostra bella Italia. Peccato soltanto che gli organizzatori, per alcuni aspetti, non sono stati all’altezza rispetto ad altre edizioni mondiali. Inesperienza nel settore?
E poi il campionato italiano assoluto di Pila, dove i piloti del nostro team sono stati veramente dei leoni partendo al cancelletto con il gas spalancato, vincendo e ripagandoci appieno degli sforzi fatti. Non dimenticherò mai i festeggiamenti al ristorante, la sera stessa, a base di birra mandata giù alla goccia, da un astemio come me!!!
2. La giornata peggiore
Senz’altro Fort William, numerose forature ai nostri atleti (e non solo), non ci hanno dato la possibilità di dare risultati in una delle piste più belle e massacranti della world cup, nonostante io e Giulio Neri (l’altro meccanico del team) avessimo dato il cento per cento per evitare questo problema, che è la bestia nera di ogni downhiller.
3. La gara e il percorso più bello del calendario italiano
Non per essere di parte, ma Pila è stata senza dubbio la gara più bella del circuito nazionale, sia per la pista di altissimo livello che per l’organizzazione degna di un campionato assoluto. Spero e sono convinto che col tempo tutte le gare nazionali possano raggiungere quel livello.
4. Il tuo idolo di tutti i tempi, nel mondo del downhill
Il mio idolo è senza dubbio Jared Graves, uno di quei piloti che quando lo vedi scendere o saltare su una pista da four-cross dal vivo, è un piacere per gli occhi! Preciso, potente, tecnico, pulito: rispecchia proprio i miei canoni di vero racer professionista.
Poi se parliamo anche del piano umano, ci metterei in mezzo Peat, Minnaar e Fairclough per la simpatia.
5. Come è cambiato il mondo del downhill da quando sei nell’ambiente? E le biciclette?
In questi ultimi anni il downhill è cambiato parecchio, e penso se ne siano accorti tutti, sia per l’evoluzione delle bici che per i tipi di percorsi, che per il numero di praticanti, e per fortuna la discesa non è più una nicchia piccola piccola.
Le bici ormai sono dei veri concentrati di tecnologia, con escursioni e sistemi ammortizzanti prima impensabili, dei mezzi con cui non si hanno davvero limiti… se non la propria testa! Basta vedere la Red Bull Rampage di quest’anno cosa hanno fatto con bici normalmente acquistabili in negozio!)
6. Quale ruolo pensi dovrebbero avere i media in questo sport?
I media in questo sport sono linfa vitale, perché a differenza del calcio, del tennis o del motociclismo, ci sono ancora troppe persone che neanche sanno cosa sia il downhill, e per ovviare a questo problema, la stampa e la tv sopratutto, devono cominciare a pensare anche che esistono tanti sport che meriterebbero il loro piccolo spazio, per farli crescere, così che un team o un pilota possa anche trovare uno sponsor che abbia voglia di investire, creando una positiva reazione a catena per tutto il movimento.
E poi parliamoci chiaro, la gente rimane a bocca aperta quando in tv ogni tanto fanno vedere qualche “pazzo” scendere giù da una pista di downhill!
7. Che cosa serve per far crescere il movimento?
Per far crescere il movimento servono numeri… e per farli servono gestori di impianti che investono nei bike park e che creino piste per ogni livello, la tv che avvicina nuovi appassionati e scuole di freeride per bambini e adulti come in Francia. Praticamente la filosofia dello sci, applicata alla mountain bike. So che non è facile, ma in questi ultimi tre o quattro anni qualcosa si è mosso, e si vede. Per cui cerchiamo di non fermarci mai.
8. I tuoi obiettivi per il prossimo anno
Per il 2009 mi prenderò uno stop dalla world cup e tornerò a collaborare con Bike-Store (negozio romano specializzato in freeride e downhill) con cui seguiremo tutte le tappe del circuito nazionale di downhill con un supporto a tutti gli appassionati amatori di questo sport, senza tralasciare ovviamente l’ormai consolidata collaborazione come meccanico per la nazionale italiana di dowhill e four-cross, coaudivata sempre dall’onnipresente CT Antonio Silva.
Altre cose ancora bollono in pentola…
9. Un giovane emergente su cui scommetteresti per il futuro
Di ragazzini con la manetta aperta ce ne sono molti, ma il primo che mi viene in mente è Gianluca Vernassa, sta venendo su a “pane e downhill” e i risultati si vedono. Staremo a vedere.
10. Il 2008 verrà ricordato per…
Verrà ricordato come gia detto da altri, per la caduta di Sam Hill all’ultima curva di una gara di campionato del mondo (di cui io ero spettatore in prima fila proprio all’interno di quella curva maledetta), e per il ritiro di Alan Beggin dal mondo del downhill, per i motivi che ormai tutti sappiamo.
Perché no, anche per i grandi risultati portati dalle “mie” atlete Elisa Canepa e Floriane Pugin, una per essere campionessa italiana per il secondo anno, e l’altra per essere salita sul podio della coppa del mondo varie volte, anche grazie alle mie manine sui loro mezzi!
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