10 domande a… Justyn Norek
Per la rubrica “10 domande a…“, questa volta è il turno di Justyn Norek. “Junior” di nome (suo padre, Justyn Norek Senior, si chiama infatti come lui) e, fino allo scorso anno, di fatto, nel 2009 passerà di categoria tra gli under 23 ma rimarrà nel team Dayco, che gli affiancherà tre atleti del calibro di Cozzi, Milivinti e Suding per puntare in alto. Quattro atleti di questo livello nello stesso team possono aiutarsi a vicenda e fare il salto di qualità che è mancato negli ultimi anni al downhill italiano.
Norek, di origini polacche ma di base a Torino da anni, pratica il downhill sin dalle categorie giovanili, nelle quali è arrivato al titolo tricolore tra gli allievi a Sestola, nel 2006, ed è sempre stato ai massimi livelli anche tra gli junior. Nel 2008 ha disputato alcune tappe della iXS Cup in Svizzera, risultando sempre tra i migliori di categoria, e ha vinto la tappa dell’Abetone del circuito italiano tra gli junior. Infortunatosi ad una spalla durante le prime fasi della preparazione invernale, spera di essere al più presto al massimo della forma, per le prime gare della stagione.
1. L’evento più bello della stagione
L’evento piu bello dell’anno e stato il ritiro con la nazionale per svolgere le due prove di coppa del mondo a Fort William e ad Andorra, in cui ho potuto famigliarizzare con la squadra nazionale, conoscere il C.T. Antonio Silva e rappresentare l’Italia all’estero.
2. La giornata peggiore
Una giornata negativa e stata quest’estate quando ricevetti la comunicazione negativa per la partecipazione al campionato mondiale in Val di Sole, in cui non potetti partecipare. Mi è dispiaciuto molto perche non ho potuto rappresentare in Italia la mia nazione che ospitava l’evento piu importante della stagione.
3. La gara e il percorso più bello del calendario italiano
La gara di di circuito italiano che preferisco è Forni di Sopra (Udine) anche se non è piu in calendario, era una pista molto veloce e soddisfava le mie doti tecniche. Quest’anno è stata l’Abetone, perché ero riuscito a disputare una buona discesa, penso la migliore in circuito di tutto l’anno.
4. Il tuo idolo di tutti i tempi, nel mondo del downhill
Piu di uno… A partire da Vouilloz, Barel, Hill, non uno in particolare ma questi maggiormente. Gracia probabilmente è il piu spettacolare nel four-cross ed e anche un personaggio all’interno di questo sport, Vouilloz è stato un pilota fantastico sia nel campo del ciclismo sia nei rally in cui dimostra tutt’ora la sua tecnica. Barel ho avuto la fortuna di conoscerlo un poco, ed anche se è un po’ criticato nell’ambiente italiano è una persona con i piedi per terra, e con una guida molto pulita e silenziosa, veramente bella da vedere. Hill: un vero fenomeno, attualmente il più forte secondo me, velocissimo con uno stile particolare, ma è impressionante la sua sicurezza di guida.
5. Come è cambiato il mondo del downhill da quando gareggi? E le biciclette?
Sicuramente sono aumentati la velocità e il livello, ma le piste sono rimaste, soprattutto in Italia, strette e tortuose e abbastanza pericolose, a causa della mancanza di vie di fuga e per la presenza di innumerevoli alberi nelle vicinanza del tracciato o addirittura in esso… Le bici hanno subito notevoli miglioramenti a partire dalle sospensioni tipo Dwlink con Iron Horse e della stessa rigidezza con sezione dei tubi variabile e a base triangolare sia sulla parte anteriore, sia del forcellone e biellette con spessore rilevante per diminuire la torsione. I Vpp con Intense e Santa Cruz hanno anch’essi rivoluzionato il mondo delle sospensioni nella discesa. Anche Yeti con il fulcro virtuale e con una struttura molto rigida dovràcomportarsi in maniera ottima, ma e solo un’ ipotesi visto che non ho ancora potuto provarla.
6. Quale ruolo pensi dovrebbero avere i media in questo sport?
Per questo sport i media potrebbero avere notevole importanza, dare rilievo sulle reti televisive comporterebbe un certo aumento dei praricanti di questo sport, visto che quando mi si chiede lo sport che pratico, almeno dieci minuti devo passarli per spiegarne le caratteristiche. Piu visibilità farebbe in modo di aumentare i conoscitori di questo sport.
7. Che cosa serve per far crescere il movimento?
Per far crescere la discesa servirebbe una maggiore attenzione da parte delle scuole di ciclismo, con l’istituzione di corsi per un avvicinamento lento e sicuro per coloro che cominciano a praticare la discesa. In seguito si potrebbero creare gare per poter correre ad un età inferiore di 13 anni.
8. I tuoi obiettivi per il prossimo anno
Rientro dopo l’infortunio alla spalla, l’obiettivo è di riconfermarmi a livello nazionale nei top 10, fare bene in coppa del mondo visto che ci tengo molto.
9. Un giovane emergente su cui scommetteresti per il futuro
Emergente? Io punterei su Sam Blenkinsop, appena diciannovenne che secondo me potrà dare spettacolo già dall’anno prossimo, ottenendo grandi risultati.
E’ molto disponibile e va molto forte, mi piace il suo stile di guida, molto attuale. E’ molto motivato e la sua vittoria nella finale di coppa del mondo lo conferma.
10. Il 2008 verrà ricordato per…
Penso che ricorderò il 2008 per la caduta al mondiale in Val Di Sole di Sam Hill, ho visto la sua discesa, ed è stato impressionante, il suo controllo e la sua sicurezza durante la discesa. La tenacia quando si è rialzato, fino al traguardo arrivando al terzo posto… e il vantaggio che aveva all’uscita del bosco di oltre sette secondi… tantissimi, quando si è al vertice. Peccato per il finale, ma può capitare, aspettando il mondiale dell’anno prossimo che essendo in Australia, per lui in casa, lo porterà alla ricerca del titolo mondiale.
Lascia un commento