10 domande a… Carlo Gambirasio
Carlo Gambirasio è il primo, tra chi ha risposto fino ad ora alle “10 domande” di MTBnews.it, ad aver fornito una breve descrizione di sé stesso. La usiamo volentieri perché è completa e ben fatta: «Mi chiamo Carlo Gambirasio, ho ventidue anni e studio economia alla Facoltà di economia dell’Università di Torino, e sono al quarto anno. Per quanto riguarda le gare, sono sette anni che faccio costantemente parte della nazionale italiana di downhill; da junior ho fatto dodicesimo al mondiale, poi nel 2007 sono arrivato tredicesimo al campionato europeo e 15esimo in coppa del mondo a Vigo. Ho colto anche un secondo posto al campionato italiano di four-cross, ed ho vinto la “Roma DH“. Nel 2008, senza molto allenamento per impegni di studio all’estero, ho fatto terzo al campionato italiano di 4X di Rossana e quarto assoluto al campionato italiano di discesa a Pila. Il mio team è ormai da qualche anno il “Surfing Shop sport promotion” di Milano Marittima, e il team manager è Claudio Cimatti. Correrò con loro anche nel 2009». Gli obiettivi di “Gamby“, come lo conoscono tutti nell’ambiente, saranno l’intera coppa del mondo e il circuito nazionale di downhill, assieme al fratello Vittorio e agli altri membri del team.
1. L’evento più bello della stagione
Sicuramente l’evento che mi è piaciuto di più oltre al campionato del mondo in Val di Sole è stato il campionato italiano a Pila, peccato per la giornata altrimenti sarebbe venuta molta gente a vedere. Altre due gare tra le più belle e che consiglio a tutti di andare a fare sono state la classica Axo’s Cup ad ottobre a Carbonia e a fine ottobre la Giunone dh ad Agrigento. Si usciva in maglietta e abbiamo fatto ancora il bagno!
2. La giornata peggiore
La giornata peggiore di quest’anno è stata forse Ravascletto, sei ore di macchina per poi beccarmi 39 di febbre! Al di fuori, un giorno che ero al mare in vacanza mia mamma mi chiama dicendomi che mio fratello era stato tirato sotto da una macchina con lo scooter…
3. La gara e il percorso più bello del calendario italiano
Le gare più belle sicuramente Pila e Sanremo. Un percorso che mi piace particolarmente è Pragelato, anche Forni di Sopra era veramente bello e veloce: infatti il prossimo anno non ci saranno né l’una né l’altra…
4. Il tuo idolo di tutti i tempi, nel mondo del downhill
Dopo Gianluca Vigna, che rimane e sarà sempre il numero uno, senza neanche pensarci dico Steve Peat. E’ da più di dieci anni che è costantemente tra i primi tre al mondo, anche adesso che il livello è altissimo e ci sono tantissimi giovani, lui è sempre tra i primi. Mi rimarrà sempre impresso il campionato europeo in Polonia nel 2004, dove su di un percorso sui 2 minuti e mezzo senza particolari difficoltà, dove tutti i tempi erano molto vicini tra loro, io e Alan (Beggin, ndr) quando lo abbiamo visto arrivare con un distacco di 6 secondi su Barel non ci credevamo.
5. Come è cambiato il mondo del downhill da quando gareggi? E le biciclette?
Le Biciclette sicuramente hanno avuto qualche miglioramento, ma non radicale, direi che sono migliorati molto i freni e le forcelle.
Per quanto riguarda l’ambiente, è cresciuto molto a livello di coinvolgimento e di persone. Sicuramente con l’apertura di nuovi bike resort e l’investimento di diverse importanti località montane, l’ambiente è destinato a crescere ancora e questo penso che sia un fatto importante per tutti quelli come noi appassionati di questo bellissimo sport.
Anche il livello nelle gare si è alzato tantissimo e questo è uno stimolo per migliorarsi e alzare il proprio livello.
Sotto altri aspetti, questo sport lo trovo un pò peggiorato. In particolare riguardo allo stile di vita di molti concorrenti in coppa del mondo: mi metto nei panni di un genitore che accompagna il figlio a cui vuole comprare una bici… vista la vita e l’immagine che hanno alcuni elementi, non comprerei mai una bici a mio figlio e mi guarderei bene di fargli intraprendere questo sport…
6. Quale ruolo pensi dovrebbero avere i media in questo sport?
Penso che i media siano l’ostacolo principale di questo sport, senza media non c’è interesse e senza interesse non ci sono sponsor che investono. I media sono fondamentali, il problema è anche la difficoltà a coinvolgere la televisione e trasmettere sullo schermo la reale difficoltà dei tracciati. Ho visto in televisione alcune gare e Sam Hill sembrava piantato!
L’unico modo per far crescere l’ambiente, e ciò che gli gravita attorno, è organizzare manifestazioni in posti importanti dove siano possibili delle riprese e che riscuotano successo da parte del pubblico (Townhill di Bergamo, Roma DH, Avalanche cup di Lione), in quel momento il percorso passa in secondo piano e la cosa più bella è la quantità di gente sulla pista.
7. Che cosa serve per far crescere il movimento?
Come già anticipato prima i media sono importanti, non solo per far conoscere questo movimento, ma per coinvolgere aziende fuori settore ad investire.
Penso che negli ultimi anni il livello organizzativo delle gare sia migliorato e forse siamo nella giusta direzione per dare a questo sport l’importanza che merita.
8. I tuoi obiettivi per il prossimo anno
Devo vincere la sfida con Marco Cadeddu a Carbonia e tutta la mia preparazione sarà improntata a quell’unico obbiettivo!
Per il resto, quest’anno sono tornato a fine maggio da 6 mesi di Erasmus in Finlandia, e non sono andato molto in bici. La mia preparazione è stata scarsa, ma per il prossimo anno spero di riuscire ad allenarmi e sono curioso di provare la nuova bici. A livelllo di risultati… andare forte ed essere in forma: poi spero che i risultati arrivino.
9. Un giovane emergente su cui scommetteresti per il futuro
Giovanni Barbolini in primis e Gianluca Vernassa. E’ giovane, ha voglia di andare in bici ed è impressionante come guida, pulito e preciso! Se il nonno non gli rompe troppo le balle secondo me andrà forte!
10. Il 2008 verrà ricordato per…
Il ritiro di Alan (e la mia rivincita su Cadeddu).
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